Esercizi Illogici
“Mi ha fatto pensare dal punto di vista grafico alle nostre vite che da un puntino si sviluppano, si ramificano, diventano sempre più complesse e articolate, poi piano piano si disarticolano e svaniscono. La batteria è il tempo inesorabile che continua a scorrere, incurante di tutto. Non sembra esserci un senso. Il suono del tuo sax sembra dare un senso a ciò che non ha senso, è lo spirito che soffre e strepita. Un cazzotto!”
Giuseppe Putignano, 47 anni, cardiologo.
“Lo spazio e il tempo dove lo spazio é incarnato dal sassofono e il tempo dal ritmo della batteria con i due strumenti che sembrano indissolubili, si completano a vicenda e formano, nel disegno, dei punti che si rincorrono, intasano tutto lo spazio per poi svuotarlo e ricongiungersi da un'altra parte. Il microcosmo qui sulla terra, inserito nell'immensità dello spazio e del tempo dell’universo.”
Nicola Notarnicola, 70 anni, pensionato.
“Il richiamo tribale che invita tutti a liberarsi, degli abiti, degli oggetti, dei sentimenti, anche di un sé superfluo e innaturale. Un sassofono che urla, che ammonisce che s’incazza invitandoci a tornare corpo solo corpo nudo e libero da orpelli che impediscono il movimento. Impediscono la danza e quindi impediscono di essere liberi. Sento questa composizione come un invito a tornare alle origini dell’umanità per ricominciare a sentirla!”
Chiara Liuzzi, 54 anni, docente.
“Il grande tessuto dell’universo: il battito del tempo eterno. Poi l’irrompere del suono, del frastuono, della vita che prova a relativizzare l’immanenza; l’uomo, il sogno, l’incubo, il respiro pulsante del delirio: valvola di vaso sanguigno nel territorio ambiguo dell’improbabile, dove tutto si disfa nell’attimo stesso del farsi. Non ci possono essere passaggi, contaminazioni; solo allucinazione e miseri aleatori buchi nella sabbia. Due sostanze diverse!”
Antonio De Grazia, 76 anni, pensionato.
“Xenia (in greco antico, ξενία) deriva dalla pratica dell'ospitalità, un aspetto fondamentale della civiltà greca antica, che prevedeva l'obbligo di ospitare e proteggere gli stranieri.
Questa visione è forse la raffigurazione tanto macabra, reale e contemporanea di "Xenia morta” (o natura morta), sinonimo di un cannibalismo cieco in atto.
Ringraziando per la visione, non dovremmo, forse, dimenticare che siamo ciclicamente ospiti e nessuno dovrebbe essere trattato come l'ultimo degli uomini.”
Alessandro Accettura, 32 anni, alla ricerca di me stesso.
“Il ghepardo s’affaccia
una lepre lo sovrasta
con il gatto sopra al collo.
Il cinghiale vola via
mentre una rondine lascia la scia per quel picchio maledetto!
Ehi tu, non picchiettare le mongolfiere!
Guarda come sono belle!”
“L’esercizio illogico 14 è bellissimo! La grafica meravigliosa, i colori stupendi e tutto quel divenire, tutta la materia che si aggroviglia, che si scioglie, che muta, è interpretata così densamente da affascinarmi. Bravo Gianni: davvero un grande lavoro.”
Antonio De Grazia, 76 anni, pensionato.


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